L’estetica della deformazione -
GAM, Galleria d'Arte Moderna, via Francesco Crispi 24 - Roma
(Foto: Mario Mafai, Le case del Foro Traiano, 1930 olio su tavola, cm 40x50 Roma, Galleria d’Arte Moderna)
Mostra
in corso dal 6 luglio 2024 al 2 febbraio 2025
Alla Gam di Roma apre una mostra che porta in esposizione circa 130 opere per ripercorrere la variegata realtà dell’espressionismo italiano, con particolare riferimento alle personalità e ai gruppi attivi principalmente a Roma, Milano e Torino.
Comunicato stampa della mostra L’estetica della deformazione
Una delle stagioni più originali della cultura artistica italiana della prima
metà del XX secolo è rappresentata dall’espressionismo degli anni Venti-Quaranta che, pur
sviluppato in gruppi più o meno definiti e longevi, ha apportato alla ricerca artistica un contributo
di fondamentale rilievo. A questa esperienza estetica e poetica a cavallo fra le due guerre è
dedicata la mostra L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo
italiano, ospitata dal 6 luglio 2024 al 2 febbraio 2025 alla Galleria d’Arte Moderna e ideata in
vista della celebrazione del centenario della stessa Galleria (1925-2025).
Il progetto espositivo “L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo italiano” è
promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni
Culturali, in collaborazione con la Collezione Giuseppe Iannaccone di Milano. A cura di
Arianna Angelelli, Daniele Fenaroli e Daniela Vasta. Organizzazione Zètema Progetto
Cultura. Con il contributo tecnico di Open Care – Servizi per l’Arte.
La mostra L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo italiano alla Galleria
d’Arte Moderna riflette su alcune delle più importanti personalità che, in percorsi individuali o
in seno a gruppi codificati, hanno declinato nell’Italia degli anni Venti-Quaranta la proposta di
un linguaggio spiccatamente antiaccademico, incentrato sulla trascrizione del dato soggettivo
interiore, un colore antinaturalistico e ribelle, un’idea di forma deviante rispetto al canone
“classico” di bellezza. Per questi artisti non è importante la rappresentazione asettica delle cose,
la mera “trascrizione” del dato percepito dai sensi, ma piuttosto l’esternazione delle proprie
visioni interiori, la “interpretazione” di quel dato. Espressionismo deriva dal latino exprimĕre,
composto da ex e premĕre, cioè, premere fuori, spremere, esternare attraverso il filtro
soggettivo. Su questa base ecco che i ritratti non tendono più verso l’esattezza fotografica, che
sul paesaggio si deposita uno sguardo inquieto e la città diventa scenario di visioni allucinate e
oniriche, mentre gli oggetti delle nature morte sembrano metafore enigmatiche. Forme
deformanti e colori ribelli, aggressivi e spregiudicati, offrono alle idee un adeguato strumento
linguistico.
Grazie al dialogo fra la collezione della Galleria d’Arte Moderna, le opere provenienti da altre
collezioni capitoline (Musei di Villa Torlonia, Casa Museo Alberto Moravia) e le opere
provenienti dalla prestigiosa Collezione Giuseppe Iannaccone di Milano, mai esposta nella
Capitale, sarà possibile ripercorrere la variegata realtà dell’espressionismo italiano, con
particolare riferimento alle personalità e ai gruppi che hanno avuto come centro d’azione le città
di Roma, Milano e Torino.
Saranno presenti anche le due più recenti acquisizioni della Collezione Giuseppe Iannaccone e
cioè gli oli su tela, entrambi del 1929, Nudo sdraiato di Gigi Chessa e Figura in blu (e vaso verde)
di Francesco Menzio. La Collezione Giuseppe Iannaccone, specializzata non solo nell’arte
contemporanea ma anche nell’arte italiana fra le due guerre, è unica nel panorama italiano e
internazionale: nata dalla passione collezionistica di Giuseppe Iannaccone, la raccolta illustra la
stagione dell’espressionismo italiano degli anni Venti-Quaranta, con una predilezione, cioè, per
quei gruppi che hanno costruito una proposta artistica “neoromantica” alternativa e successiva
alla stagione neo-classica del Novecento sarfattiano e di Valori Plastici.
Gli artisti in mostra: Afro, Arnaldo Badodi, Mirko Basaldella, Renato Birolli, Domenico
Cantatore, Bruno Cassinari, Gigi Chessa, Filippo De Pisis, Lucio Fontana, Nino
Franchina, Nicola Galante, Renato Guttuso, Carlo Levi, Mario Mafai, Giacomo Manzù,
Marino Mazzacurati, Roberto Melli, Francesco Menzio, Ennio Morlotti, Fausto Pirandello,
Antonietta Raphaël, Aldo Salvadori, Aligi Sassu, Scipione (Gino Bonichi), Emilio Sobrero,
Luigi Spazzapan, Filippo Tallone, Fiorenzo Tomea, Arturo Tosi, Ernesto Treccani, Italo
Valenti, Emilio Vedova, Alberto Ziveri.
Il percorso espositivo inizia naturalmente da Roma, con la Scuola di via Cavour e alcune
delle personalità che via via hanno definito variamente la “scuola romana” e le sue peculiarità
tecniche e tematiche, non ultima quella del tonalismo. In origine l’incontro fra i giovani Scipione
e Mafai, cui presto si avvicina la Raphaël, dà l’avvio a una pittura visionaria e onirica, animata
da colori accesi e drammatiche lumeggiature, nutrita dall’ammirazione per Goya, El Greco,
Bosch, ma anche per i moderni Kokoschka, Chagall, Derain, Dufy. Roberto Longhi, recensendo
la mostra del gruppo nella primavera del 1929, individua chiaramente nel sodalizio di via Cavour
le derivazioni espressioniste francesi. Altri artisti si uniscono a una nuova e variegata koiné
“neoromantica”, tra cui Mazzacurati, Pirandello, De Pisis, Melli, Afro, Mirko, Guttuso, Ziveri.
L’itinerario espositivo prosegue con alcuni dei protagonisti del gruppo dei Sei di Torino (1929-
31), «una pattuglia giovane di anni e giovane di spirito» riunita attorno al carisma di Felice
Casorati e alle personalità di Edoardo Persico e Lionello Venturi. Attraverso le opere di Chessa,
Galante, Levi, Menzio, e inoltre di artisti come Spazzapan e Sobrero, vicini al sodalizio, si esplora
una pittura di chiara ispirazione “francofona”, incentrata sul colore, ispirata dalle ricerche
impressioniste e postimpressioniste d’oltralpe.
Il percorso si conclude con il gruppo Corrente, protagonista dal 1938, a Milano, di un vigoroso
e appassionato espressionismo lirico. Il gruppo di giovani artisti coordinati da Edoardo Persico
(Badodi, Birolli, Cassinari, Sassu, Treccani, Valenti e molti altri – come Manzù, Fontana, Tomea,
Cantatore, Franchina – che partecipano più o meno assiduamente alle attività della rivista e
della Bottega omonime) esprimono una pittura inquieta ed emozionata, capace di «parlare alla
gente di cose vive».
Il dialogo fra la collezione della Galleria d’Arte Moderna e la Collezione Giuseppe Iannaccone
illumina l’una e l’altra di reciproche inedite reinterpretazioni, confermando come l’arte italiana
fra le due guerre, tutt’altro che affetta da provincialismo, abbia intessuto feconde e proficue
interazioni con gli orizzonti europei. Gli espressionisti italiani, in piena sintonia con le tendenze
internazionali ma allo stesso tempo consapevoli dello specifico della tradizione nazionale, hanno
dato luogo a un lessico originale e franco, capace di interpretare con efficacia le inquietudini del
loro tempo.
Con la mostra L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo italiano si rinnova
inoltre l’impegno della Sovrintendenza Capitolina nel rendere accessibili le esposizioni
temporanee. La mostra è infatti progettata per essere fruibile dal più ampio pubblico possibile:
per le persone con disabilità visiva è stato infatti elaborato un percorso dedicato, dotato
di disegni a rilievo con traduzioni in braille e relative audiodescrizioni.
informazioni utili per la visita
Orari: da martedì a domenica
dalle 10.00 alle 19.00. 24 e 31 dicembre dalle 10.00 alle 14.00 (la biglietteria
chiude un'ora prima). Chiuso il Lunedì, 25 dicembre, 1° gennaio,
1° maggio.
Biglietti: intero € 11,50, ridotto
€ 9,00.
Informazioni e prenotazioni: 060608 (tutti i giorni
dalle 9.00 alle 21.00).
Sito web: GAM |