Giancarla Frare - Abitare la distanza - Casina delle
Civette, Villa Torlonia, Via Nomentana, 70 - Roma
(Foto: Senza titolo, 2019 - china, pigmenti naturali e innesto fotografico su carta 52X72,5 cm)
Mostra in corso dal 25 gennaio al 5 maggio 2024
Villa Torlonia presenta la mostra antologica che ripercorre, attraverso una selezione di 50 opere pittoriche su carta e due video, la quarantennale carriera di Giancarla Frare, pittrice, disegnatrice e grafica magistrale, fotografa, video maker e poetessa.
Comunicato stampa della mostra Giancarla Frare - Abitare la distanza
Al Casino dei Principi di Villa Torlonia, dal 25 gennaio al 5 maggio
2024, arriva la mostra antologica Giancarla Frare. Abitare la distanza che ripercorre, attraverso
una selezione di 50 opere pittoriche su carta e due video, la quarantennale carriera di
Giancarla Frare, pittrice, disegnatrice e grafica magistrale, fotografa, video maker e poetessa,
figura tra le più significative della generazione di artisti attiva in Italia tra gli anni ’70 del ‘900 e il
primo ventennio del 2000.
L’esposizione, curata da Antonella Renzitti, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla
Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Supporto organizzativo e servizi museali
di Zètema Progetto Cultura.
L’arte di Frare costituisce una ventata di unicità nel sempre più omologato panorama artistico
contemporaneo, come dimostra la costante attenzione critica riservata ai suoi lavori, presenti in
importanti collezioni pubbliche e private non solo italiane.
Le opere in esposizione rendono conto di come Frare nella sua ricerca artistica proceda per cicli
pittorici, complessi progetti concepiti come filoni attorno al tema della memoria.
Lo sviluppo della carriera dell’artista viene raccontato da Antonella Renzitti, curatrice della
mostra, applicando un espediente narrativo che accompagna il visitatore dalla fine verso l’inizio,
dai lavori più recenti (molti del tutto inediti) ai celebrati cicli giovanili, in un percorso cronologico a
ritroso nel tempo che svela progressivamente il senso delle opere.
Di fondamentale importanza per meglio mettere a fuoco la ricerca dell’artista appare il ciclo “Il
Castello di Apice. Mappa Labirinto” (2015-2019). In mostra è esposto un video girato in
soggettiva dall’artista con il semplice ausilio di cellulare e IPad e poi ibridato in sede di montaggio
con l’innesto di disegni e frammenti fotografici riconducibili a un favoloso ricordo infantile. Il ricordo
è quello dell’infanzia trascorsa nel Castello dell’Ettore ad Apice, in prossimità di Benevento, un
antico labirinto di pietra in cui il padre di Giancarla, capo della guardia forestale, occupava con la
sua famiglia un alloggio di servizio.
La capacità di esprimersi ai massimi livelli nei vari linguaggi dell’arte è una delle più vistose
peculiarità di Giancarla Frare, la cui versatilità ha saputo trarre il massimo profitto
dall’insegnamento di maestri che hanno impresso tracce indelebili sul suo fare artistico. Allieva
negli anni ‘70 dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, Frare ha studiato pittura con Armando Di
Stefano, scultura con Umberto Mastroianni e Augusto Perez, incisione con Bruno Starita,
scenografia con Franco Mancini, fotografia con Mimmo Jodice, storia dell’arte con Nicola Spinosa
e, persino, antropologia musicale con Roberto De Simone: i protagonisti della effervescente
temperie culturale degli anni ’70 al servizio della sua inesausta intelligenza creativa.
La carta è il supporto scelto per imprimere una pittura velocissima che conduce lo spettatore
attraverso desolati territori di pietra in cui non c’è spazio per il corpo dell’uomo, comparso nel suo
lavoro solo in rare occasioni.
Gli importanti cicli giovanili chiariscono però in modo incontrovertibile come l’assenza dell’uomo
sia solo uno dei tanti depistaggi introdotti dall’artista all’interno di una ricerca che prende in realtà
spunto dall’interesse per la cultura dell’uomo. Non casualmente il suo primo grande successo
arriva, nella seconda metà degli anni ’70, con Le Condizioni del volo, un ciclo di trentacinque
grandi disegni a china - i tre presenti in mostra provengono dalle collezioni dell’Istituto Centrale
per la Grafica che ha acquisito la serie quasi per intero - ispirati alla poesia di George Trakl,
disperato cantore della dissoluzione della stagione della felix Austria.
Negli anni ’80, trasferitasi a Roma, lo spunto culturale che alimenta la sua ispirazione diventa
quello del reperto archeologico. Le immagini di elementi scultorei catturate nel corso di lunghe
battute fotografiche nel Nord Europa e in Italia vengono innestate all’interno di minimali
composizioni pittoriche, in rapporto di tensione dialettica tra linguaggio della fotografia e segno
pittorico.
Il senso della ricerca di Frare sulla memoria si esplicita in Stati di permanenza, Gina, bellissima
opera videografica costruita eccezionalmente attorno a una presenza umana. Gina, la
protagonista, è una centenaria analfabeta che, pur avendo perso il ricordo della sua storia
individuale, recita alla perfezione i versi della Divina Commedia imparati in gioventù, divenendo
lei stessa traccia archeologica, simbolo vivente della potenza della memoria culturale.
Informazioni utilii per la visita
Orari: da martedì a domenica dalle 9.00 alle
19.00 (la biglietteria chiude 45 minuti prima). Il 24 e 31 dicembre dalle
9.00 alle 14.00. Chiuso lunedì, il 25 dicembre e il 1° maggio.
Biglietti: intero € 9; ridotto € 6,50.
Telefono:
060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00).
E-mail:
[email protected]
Sito web: Villa
Torlonia |