1932, l�elefante e il colle perduto - Mercati Traianei, Via IV Novembre, 94
- Roma
Mostra in corso dal 4 febbraio al 7 novembre 2021
Ai Mercati Traianei una mostra di circa 100 opere con reperti archelogici, progetti grafici, oggetti d’arte e video racconta la storia della perduta Velia e del “suo” elefante.
Comunicato stampa della Mostra 1932, l�elefante e il colle perduto
A 90 anni dalla scoperta, sono stati restaurati i resti fossili di
elefante (Elephas antiquus) trovati alla base della collina Velia. l'intervento ha costituito
l�occasione per proporre un insieme di opere, che gettano luce su un settore dell'area
archeologica centrale interessato negli anni Trenta del Novecento da distruzioni e
trasformazioni urbanistiche profonde.
Un centinaio di queste opere, tra cui reperti
archeologici, progetti grafici e opere d�arte, interamente provenienti dalle collezioni
capitoline, alcuni dei quali identificati in occasione di recenti ricerche ed esposti al
pubblico per la prima volta, compongono la mostra �1932, L�ELEFANTE E IL COLLE
PERDUTO�, aperta dall'8 aprile al 24 maggio 2022 ai Mercati di Traiano - Museo dei Fori
Imperiali.
L�esposizione, a cura di Claudio Parisi Presicce, Nicoletta Bernacchio, Isabella Damiani,
Stefania Fogagnolo, Massimiliano Munzi, � promossa da Roma Culture, Sovrintendenza
Capitolina ai Beni Culturali con la collaborazione dell'Archivio Luce. Organizzazione
Z�tema Progetto Cultura.
In soli due anni, tra 1931 e 1932, fu sbancato nel cuore di Roma un colle, la Velia, che si
estendeva tra le pendici dell'Oppio e le propaggini del Palatino, separando l�area dei Fori
Imperiali dal Colosseo. l'intervento da un lato risolveva la necessit� di collegare piazza
Venezia, via Cavour e i nuovi rioni del Celio e dell'Esquilino, dall'altro consentiva la
realizzazione di una strada monumentale e scenografica da piazza Venezia al Colosseo.
Si trattava di una passeggiata unica al mondo fiancheggiata dai monumenti della citt�
antica che si andavano recuperando con le demolizioni del Quartiere Alessandrino, in atto
dal 1924.
La nuova arteria cittadina, che prese il nome di via dell'Impero (l�attuale via dei Fori
Imperiali), fu inaugurata il 28 ottobre 1932 in occasione della celebrazione del decennale
della Marcia su Roma, divenendo da quel momento luogo privilegiato delle parate e dei riti
del regime.
Il prezzo pagato dal patrimonio artistico e archeologico, a causa di questo sbancamento,
fu molto alto. Si inizi� con lo smantellamento pressoch� totale del giardino di Villa Rivaldi,
che si estendeva sulla sommit� del colle fino alle spalle della Basilica di Massenzio. Fu
quindi intaccata la stratificazione archeologica, che si rivel� ricchissima di testimonianze di
epoca romana, in particolare i resti di una domus con affreschi ben conservati e numerose
statue.
Ma la scoperta più sorprendente fu fatta il 20 maggio 1932, quando vennero alla luce
numerosi resti di fauna fossile, tra i quali il cranio e la zanna di elefante Elephas
(Palaeoloxodon) antiquus costituiscono il reperto più famoso. La notizia ebbe immediata
risonanza sulla stampa. Antonio Mu�oz, Direttore della X Ripartizione Antichit� e Belle Arti
del Governatorato di Roma e supervisore dei lavori, scrisse che �qui, sotto la collina della
Velia era il giardino zoologico della Roma preistorica�. Le operazioni di recupero si
svolsero con grande celerit�: l�Elephas, rimosso frettolosamente, fu poi trasportato
nell'Antiquarium Comunale del Celio, �dove � stato dimenticato�, come avrebbe poi scritto
Antonio Cederna.
La mostra si compone di quattro sezioni nelle quali, in un viaggio a ritroso nel tempo,
sono illustrate alcune importanti tappe di questa storia: l'intervento di sbancamento con
i progetti di sistemazione architettonica e le modalit� di raccolta dei materiali archeologici
rinvenuti; il complesso monumentale di Villa Rivaldi, fortemente manomesso dai lavori; le
testimonianze di una ricca domus rimasta in uso per lungo tempo in epoca imperiale; la
scoperta dei resti dell'Elephas antiquus.
In questo racconto, oltre ai reperti archeologici, progetti grafici e oggetti d�arte vengono
proposti al pubblico anche filmati d�epoca conservati negli archivi dell'Istituto Luce e un
video con immagini degli archivi della Sovrintendenza Capitolina, utili ad approfondire i
temi trattati in mostra.
Nella prima sezione � evocato l'intervento di sbancamento della Velia, evidenziando
due aspetti di quel gigantesco cantiere urbano: i rinvenimenti, effettuati in assenza di criteri
scientifici, di innumerevoli reperti archeologici e la sistemazione architettonica del taglio
del colle in vista dell'apertura di via dell'Impero.
Il primo aspetto � presentato in mostra attraverso una selezione di materiali archeologici
rinvenuti durante le operazioni di sterro, databili dall'epoca antica a quella moderna. Il loro
allestimento apparentemente casuale vuole rendere l'idea della modalit� di recupero dei
materiali, raccolti senza distinzione di contesto di rinvenimento, e il loro stoccaggio in
casse, poi accumulate nei depositi comunali. Rimandano invece al secondo aspetto alcuni
disegni e progetti per il muro di sostegno del giardino di Villa Rivaldi, elaborati da Antonio
Mu�oz e dai suoi collaboratori. In parte inediti, i disegni mostrano la varietà delle soluzioni
ideate.
La seconda sezione � dedicata al giardino di Villa Rivaldi, splendida residenza costruita
sulla sommit� della Velia da monsignor Eurialo Silvestri a partire dal 1542. Passata nelle
mani di diversi proprietari, nel 1660 la villa fu venduta dal cardinale Carlo Pio di Savoia al
Conservatorio delle Zitelle Mendicanti, istituzione destinata all'accoglienza e
all'educazione di fanciulle abbandonate. Alla vigilia dello sbancamento della Velia il
Governatorato di Roma commission� a Maria Barosso e Odoardo Ferretti alcune vedute
del giardino della villa, che di l� a poco sarebbe stato distrutto.
l'iniziativa si colloca in una prassi diffusa nel periodo: si pensava infatti che la pittura fosse
più adeguata della fotografia � ritenuta un semplice metodo meccanico di riproduzione di
immagini � a rendere il fervore dei lavori in corso o a documentare in maniera appropriata i
frequenti rinvenimenti di antichit�. I dipinti esposti in questa sala sono il frutto di quel
lavoro.
La terza sezione � riservata alle testimonianze della decorazione pittorica del
criptoportico di una grande domus di epoca imperiale romana intercettata dagli
sterri, le cui imponenti strutture furono completamente demolite. Il complesso si articolava
su due livelli, di cui quello inferiore con criptoportico dotato di un ninfeo; al piano superiore
si impostava un cortile porticato a pianta rettangolare. La decorazione era costituita da due
distinte fasi pittoriche, una di fine I-inizi II secolo d.C., l�altra di fine II-inizi III secolo d.C.,
riprodotte da Ferretti con acquerelli, alcuni dei quali esposti in mostra. Per la prima volta
vengono presentati al pubblico quattro frammenti di affreschi, recuperati prima della
demolizione delle strutture. Vi sono raffigurati personaggi e animali, che decoravano i
riquadri in cui erano scandite le pareti nella seconda fase pittorica.
Nella quarta sezione, infine, sono esposti i resti del cranio e della difesa (zanna)
sinistra dell'elefante antico Elephas (Palaeoloxodon) antiquus, rinvenuto nello strato
geologico a circa 11 metri dalla sommit� della collina. Tre acquerelli di Barosso e l�olio di
Ferretti conducono lo spettatore nel vivo delle fasi di apertura del taglio della Velia, con il
primo apparire del Colosseo, la messa in luce dei resti del cranio e della difesa di elefante
adagiati in corrispondenza del tracciato della via dell'Impero e, infine, la maestosa
stratificazione geologica messa in luce dall'avanzare dei lavori.
Informazioni utili per la visita
Orari:
tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30. 24 e 31 dicembre dalle 9.30 alle 14.00
(la biglietteria chiude un’ora prima). Chiuso il 1° gennaio e
25 dicembre
Biglietti: intero € 13, ridotto € 11.
Telefono: 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle
21.00).
Sito
web: Mercati di Traiano |