Sembra Vivo! - Palazzo Bonaparte, Piazza Venezia, 5 - Roma
(Foto: Carole A. Feuerman
Catalina
1981
Olio su resina. Variante 2 di 3
81x38x18 cm
Collezione privata
Image Courtesy: l’artista)
Mostra
in corso dal 26 maggio al 8 ottobre 2023
A Palazzo Bonaparte arriva per la prima volta una mostra dedicata alla scultura iperrealista, in cui sono esposte 43 mega-installazioni dei più grandi artisti contemporanei. Le sculture sono impressionanti, è difficile distinguere un corpo vero da un’opera d’arte tanto i dettagli sono realistici, fin nei minimi particolari.
Comunicato Stampa della Mostra Sembra Vivo!
Gli artisti esposti, 29 in tutto, sono i più importanti protagonisti a livello internazionale: da Maurizio
Cattelan (presente con opere iconiche quali i piccioni dell’installazione “Ghosts” o la famosa banana,
meglio detta “Comedian”) a Ron Mueck che espone anche una gigantesca testa di uomo “Dark Place”,
fino a George Segal, Carole Feuerman, Duane Hanson e molti altri ancora.
Una mostra che provoca, interroga e riunisce gli artisti che più di tanti altri hanno fatto discutere: cosa ha
portato le sculture iperrealiste a creare un cortocircuito nella mente dei visitatori? Sappiamo che non
sono reali, eppure quella pelle, i capelli, le barbe, le dita ci dicono il contrario. I corpi nudi ci
scandalizzano, gli occhi ci ipnotizzano e quelle dimensioni - a volte perfettamente in scala e a volte
sbagliate - ci confondono: Sembra vivo! Lo è davvero?
Una vasta selezione di opere, provenienti da collezioni di tutto il mondo, che rivela il carattere
internazionale del movimento iperrealista che, dagli anni ‘70 in poi, si è costantemente evoluto adottando
tecniche sempre nuove e variegate di modellazione, fusione e pittura della materia, per raggiungere
livelli sempre più alti nella rappresentazione realistica della figura umana.
Le sculture iperrealistiche emulano le forme, i contorni e le texture del corpo umano o sue singole parti
creando una strabiliante illusione visiva e un’estrema verosimiglianza; sculture a grandezza naturale di
persone comuni che imitano la presenza molto palpabile di un altro essere umano.
Sembra vivo! è una mostra “supervisiva” che, tra arte e filosofia, porta a una riflessione sul significato
dell'essenza del visibile attraverso opere e figure anonime a grandezza naturale che riproducono - in
modo quasi maniacale - la realtà, con grande attenzione per i dettagli più infinitesimali che creano un
impatto quasi surreale, in cui l'osservatore è automaticamente portato ad interrogarsi sull'efficacia della
mimesis e sulla veridicità dell'illusione, in una rappresentatività che supera il Realismo e travalica il
senso del vero.
La mostra - ideata dall’Institut für Kulturaustausch, Germany, è curata da Maximilian Letze in
collaborazione con Nicolas Ballario ed è prodotta e organizzata da Arthemisia, che ancora una volta –
dopo il grande successo delle mostre dedicate a Jago e a Leandro Erlich, propone progetti nuovi e
visionari sulla scienza dell’arte contemporanea in Italia.
La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, mobility partner Atac e
Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner Urban Vision e partner Mercato Centrale Roma.
Il catalogo è edito da Skira.
LA MOSTRA
Questa mostra presenta, in sei sezioni, la miriade di possibilità aperte agli iperrealisti, ogni parte
organizzata intorno a un concetto centrale relativo alla forma e che fornisce una base da cui partire per
considerare le opere dei singoli artisti.
La selezione di opere offre una panoramica condensata, ma mai così ambiziosa, della traiettoria
dell'iperrealismo, rivelando quanto la rappresentazione della forma umana sia stata soggetta a continui
cambiamenti.
Le diverse nazionalità degli artisti presenti (provenienti da Stati Uniti, Italia, Spagna, Belgio, Gran
Bretagna, Australia e altri paesi) evidenziano il carattere internazionale del movimento iperrealista, che
continua a svilupparsi ed evolversi in tutto il mondo.
43 opere di 29 grandi nomi dell’arte iperrealista a livello internazionale: dalle creazioni scenografiche di
chi viene dal mondo del cinema come Ron Mueck fino alla rappresentazione “sacra e violenta” di
Berlinde de Bruyckere; dall’artista dello scandalo Maurizio Cattelan, che proprio con le sue sculture è
finito in mezzo a polemiche infinite in Paesi di mezzo mondo, passando ai mondi psichedelici e fiabeschi
(di una fiaba non proprio per bambini) di Carsten Höller, fino alla coppia più discussa degli ultimi anni:
Elmgreen&Dragset.
E poi ancora Sam Jinks, Patricia Piccinini, John DeAndrea, Carole A. Feuerman, George Segal,
Brian Booth Craig e molte altre “super star” del contemporaneo.
Prima sezione - Mosse ingannevoli: Cloni umani
Tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta, Duane Hanson e John DeAndrea
realizzarono sculture che sembravano persone in carne e ossa, utilizzando processi estremamente
laboriosi dal punto di vista tecnico.
L'alto grado di realismo delle loro opere trasmette l'illusione di una reale corporeità, e l'effetto risultante è
così convincente da renderle vere e proprie repliche umane. Le opere di questi artisti hanno avuto
un'influenza decisiva sui successivi sviluppi della scultura negli ultimi cinquant'anni.
Le generazioni seguenti di artisti adottano questa pratica portandola ancora più avanti. Come uno
specchio della condizione umana, queste opere rivelano in che modo è cambiata la percezione che gli
esseri umani hanno dell'immagine di sé nel ventesimo e ventunesimo secolo.
Seconda sezione - Nobile semplicità: sculture monocromatiche
Dopo anni di predominio dell'arte astratta, le sculture monocromatiche di George Segal hanno aperto
nuovamente le porte alla possibilità di rappresentazioni realistiche della figura umana. Seguendo le sue
orme, le generazioni successive di artisti hanno continuato a sviluppare un interesse per la scultura
realista. L'assenza di colorazione naturale tende inizialmente a ridurre l'effetto realistico, ma serve anche
ad esaltare ulteriormente le qualità estetiche della forma umana. Artisti come Robert Graham e Brian
Booth Craig hanno saputo utilizzare al meglio questo effetto, creando opere come mezzo per
interrogarsi sulla natura umana universale.
Terza sezione - Pezzo per pezzo: Parti del corpo
Tra i precursori dell’Iperrealismo non si può non annoverare la scultrice americana Carole A. Feuerman,
i cui famosi nuotatori sembrano essere in completa armonia con sé stessi, introversi e autodeterminati.
In seguito, a partire dagli anni Novanta, molti artisti hanno iniziato a dare una forma nuova e
personalizzata all'effetto iperrealista. Invece di creare l'illusione di una corporeità perfetta, di un'entità
unica, si sono concentrati su parti specifiche del corpo umano, utilizzandole come veicolo per messaggi
umoristici o persino inquietanti; ne è un esempio l’opera di Maurizio Cattelan, in cui le braccia separate
dal resto del corpo richiamano associazioni con la storia contemporanea.
Quarta sezione - Cambio di prospettiva: il corpo in scala
Negli anni Novanta, l'artista australiano Ron Mueck ha rivoluzionato la scultura figurativa con le sue
opere in formati insoliti. Ampliando o riducendo radicalmente le dimensioni delle sue figure intende
concentrare l'attenzione su temi esistenziali come la nascita o la morte. Artisti come Sam Jinks e Marc
Sijan catturano la fragilità della vita nelle loro rappresentazioni della fisionomia umana - rappresentazioni
che, nonostante siano parzialmente più piccole della grandezza naturale, risultano comunque
sorprendentemente realistiche. Al contrario, le opere sovradimensionate di Zharko Basheski producono
un effetto di distanziamento, collocando l'uomo e lo spettatore in una nuova prospettiva.
Quinta sezione - La manipolazione del sé: Realtà deformate
Negli ultimi decenni, gli innumerevoli progressi compiuti dalla scienza e le nuove prospettive sul mondo
nell'era della comunicazione digitale hanno portato a un cambiamento radicale nel modo in cui
comprendiamo la realtà. Influenzati dalla realtà virtuale, artisti come Evan Penny e Patricia Piccinini
hanno iniziato a osservare i corpi da prospettive distorte. Tony Matelli sfida le leggi della natura, mentre
Berlinde DeBruyckere, con i suoi corpi contorti, mette in discussione la morte e il carattere effimero
dell'esistenza umana. Il valore e il significato della vita è uno dei temi cardini della scultura iperrealista.
Sesta sezione – Oltre la specie
Una sezione dedicata al mondo animale che dovrebbe essere di decompressione, perché dopo una
sfilza di opere che esaltano il corpo umano e la nostra ossessione per ogni suo dettaglio, ecco altre
specie che sembrano abbandonate qui da un manipolo di artisti bracconieri. Invece in queste opere
l’essere umano c’è eccome, perché queste bestioline non hanno nulla di naturale: sono frutto di
mutazioni, allevamenti, innesti. Insomma di un predominio antropocentrico che ci fa vivere l’ossimoro di
una natura artificiale, così sintetica e contraffatta da spingerci a credere che un serpente o un polpo
possano avere il senso dell’umorismo. O che centinaia di piccioni siano in realtà le anime di chi ha
vissuto, nel corso dei secoli, Palazzo Bonaparte.
Informazioni utili per la visita
Orari: dal lunedì al venerdì dalle
9.00 alle 19.00.
Sabato e domenica
dalle 9.00 alle 21.00.
Biglietti: iIntero con audioguida € 16: intero € 15; ridotto con audioguida € 14; ridotto € 13 per maggiori di 65 anni compiuti (con documento); ragazzi da 11 a 18
anni non compiuti; studenti fino a 26 anni non compiuti
(con documento); bambini con audioguida € 8; bambini € 7 da 4 a 11 anni non compiuti; scuole € 5.
Telefono: +39.06.8715111
Sito web: Palazzo Bonaparte |