Arco di Settimio Severo - Foro romano - Roma
L'Arco di Severo svetta in mezzo alla Via Sacra che attraversa il Foro Romano
portando alla collina del Campidoglio. È ben conservato anche se
in epoca medievale fu usato come negozio da un barbiere.
I bassorilievi posti sopra le arcate laterali rappresentano scene dalle Guerre Partiche.
Devono essere lette partendo dal lato sinistro posto verso il Foro Romano
e muovendosi verso destra attorno all'arco. Ogni bassorilievo si legge dal
basso verso l'alto e sono divisi in 2 o 3 scene.
L'Arco di Settimio Severo è a tre fornici ed è alto 20,88
metri, largo 23,27 metri e profondo 11,20 metri.
Biglietti disponibili: biglietto salta fila, biglietto salta fila + visita arena, biglietto salta fila + visita guidata, biglietto salta fila + carcere mamertino.
– Accesso prioritario al Colosseo.
– Accesso al primo e al secondo piano del Colosseo.
– Accesso alle mostre permanenti e temporanee del Colosseo.
– Accesso al Foro Romano e al colle Palatino.
– Una mappa scaricabile del Colosseo.
– Il biglietto è aperto e valido 2 giorni.
Arco di Settimio Severo
L'Arco di Settimio Severo fu eretto 5 anni dopo dopo la salita al potere di Settimio Severo tra il 202 e il 203 e fu dedicato dal Senato all'imperatore e ai suoi due figli, Caracalla e Geta, per celebrare la vittoria sui Parti conclusa con due campagne militari nel 195 e nel 197-198.
Il Primo Pannello a SE (lato foro), non ben conservato, mostra
la preparazione della guerra del 195; il registro centrale rappresenta la battaglia
tra Romani e Parti; e l'Imperatore, sulla sinistra, che parla
ai soldati e la liberazione di una città assediata e la
fuga di Vologese IV, il re dei Parti.
Il Secondo Pannello a NE (lato foro) mostra scene della guerra contro Osroeni del 197-198:
il più basso rappresenta l'armata di Roma che attacca Edessa con
macchine da guerra; il centrale mostra Settimio Severo che parla alle truppe,
e la resa del re Abgar all'Imperatore; la parte superiore mostra l'Imperatore
durante le operazioni di guerra ed un consiglio di guerra in un campo fortificato.
Il Terzo Pannello a NO (lato Campidoglio) ha due
scene. La prima scena del registro inferiore mostra l'attacco alla città di Seleucia sul fiume
Tigri, con i Parti che fuggono a cavallo verso destra; in centro i Parti si
arrendono all'Imperatore; nel registro superiore si vede l'Imperatore che entra in Seleucia.
Il Quarto Pannello a SO (lato Campidoglio) mostra due scene, l'assedio di Ctesiphon,
la capitale dei Parti, con macchine da guerra, e la fuga del re sconfitto;
sopra è rappresentato Severo che parla alle armate vittoriose di
fronte alla città conquistata.
Iscrizione dell'Arco di Settimio Severo e traduzione
Dal lato del foro campeggia sull'attico in centro sopra al fornice
maggiore la seguente iscrizione commemorativa:
Imp Caes Lucio Septimio M fil Severo Pio Pertinaci
Aug Patri
Patriae Parthico Arabico et Parthico Adiabenico Pontific Maximo
Tribunic Potest XI Imp XI
cos III procos et Imp Caes M Aurelio
L fil Antonino Aug Pio Felici Tribunic Potest
VI Cos Procos P
P
optimis fortissimisque prinicipibus ob rem publicam restitutam
imperiumque populi romani propogatum
insignibus virtutibus
eorum domi forisque S P Q R
All'imperatore Cesare Lucio Settimio Severo, figlio di Marco, Pio Pertinace
Augusto Padre della Patria Arabico e Partico Adiabenico, Pontefice Massimo,
rivestito della potestà tribunizia per l'undicesima volta, acclamato
imperatore per l'undicesima volta, console per la terza volta, proconsole;
e all'Imperatore Cesare Marco Aurelio Antonino, figlio di Lucio, Augusto,
Pio, Felice, rivestito della potestà tribunizia per la sesta volta,
console, proconsole, padre della patria, di ottimi e fortissimi principi,
per aver salvato lo Stato e ampliato il dominio del popolo romano e per
le loro insigni virtù, in patria e all'estero, il Senato e il Popolo
Romano
La quarta riga svela un retroscena storico interessante; alla morte di Settimio
Severo infatti Caracalla uccise con la psada il fratello Geta sul quale poi gettò
anche una damnatio memoriae facendo cancellare l'iscrizione a lui
dedicate. Romosse il suo volto anche da un quadro di famiglia.
Ma nell'arco, in corrispondenza della dicitura P
P
optimis fortissimisque prinicipibus (ossia patri patriae optimis fortissimisque principibus), i fori che bloccavano le lettere rimosse della quarta riga restituiscono l'iscrizione
anteriore che era appunto P. Septimio L. fil Getae nob. Caesari, cioè
a Publio Settimio Geta, figlio di Lucio, nobile Cesare.
Infine - come riportato dalle monete del periodo - sopra l'arco era collocata la quadriga imperiale in bronzo con gruppi statuari.
La storia dietro all'Arco di Settimio Severo
Settimio era nato a Leptis Magna in Africa e fece il suo cursus honorum in molte province dell'Impero (Sardegna, Spagna, Gallia e Siria dove incontrò
la sua seconda moglie Giulia Domna, una bellissima donna senza scrupoli
che gli diede due figli, Caracalla e Geta).
Dopo l'uccisione di Commodo sia la popolazione sia
il Senato vollero una persona onesta e la trovarono in Pertinace. A questa
scelta si opposero i pretoriani (guardia imperiale creata da Augusto) i
quali uccisero il neo eletto imperatore dopo soli 83 giorni di buon governo e misero il titolo imperiale in vendita. Didio Giuliano, un ricco banchiere,
vinse offrendo 25.000 sesterzi ai pretoriani. Il Senato e i pretoriani
riconobbero il nuovo imperatore ma non le legioni le quali si opposero fortemente
a questa mercificazione e proclamarono imperatori Pescennio Nigro (le legioni
di Siria), Clodio Albino (le legioni di Britannia) e Settimio Severo (le
legioni dell'Illirico).
Settimio Severo scese quindi verso Roma con le sue legioni per restaurare
la legge sostenendo di voler vendicare la morte dell'imperatore Pertinace.
Didio, saputo della discesa di Settimio Severo in Italia, iniziò con lui delle difficili trattative diplomatiche proponendogli l'annessione al trono ma Settimio Severo rifiutò l'offerta. Didio rimasto isolato fu decapitato dai pretoriani il 1º giugno 193 su ordine del Senato.
Le guardie allora offrirono la testa di Didio e gli uccisori di Pertinace a Settimio il quale finse di accettare il compromesso ma successivamente cancellò il corpo dei pretoriani imponendo a ognuno di loro di vivere
ad almeno 100 km di distanza da Roma.
Dopo che divenne Imperatore alcune province orientali passarono dalla parte di Pescennio Nigro così che Severo dové immediatamente partire
e combattere per il potere appena ricevuto. Iniziò dunque una guerra
civile che culminò nello scontro con Pescennio Nigro. Due battaglie (Cizico e Nicea) combattute presso Nicea diedero a Severo un buon vantaggio
e dopo un anno egli vinse Pescennio nella battaglia di Isso (194). Attuò
subito la sua vendetta sulle popolazioni che avevano sostenuto Pescennio:
i Parti e gli Ostroeani. Bisanzio resisté per tre anni all'assedio
prima di capitolare.
Successivamente Severo si dedicò all'altro pretendente
al potere, Clodio Albino, il governatore della Britannia; lo scontro avvenne
in Gallia nella valle di Saóne il 19 febbraio del 197 d.C. Dopo un lunga
battaglia dall'esito incerto Settimio riuscì a prevalere e Clodio
Albino si suicidò gettandosi sulla sua spada. La sua testa fu spedita
al Senato il quale aveva dopo tutto parteggiato per Albino e più
tardi a Roma furono processati più di 60 senatori, 29 furono giustiziati
a morte. Questo era Settimio Severo, il primo imperatore della dinastia
dei Severi.
Nello stesso periodo Vologese IV, re dei Parti, aveva invaso la Mesopotamia obbligando Severo ad una nuova campagna di guerra nelle province orientali.
Questa volta la battaglia fu facilmente vinta da Severo il quale occupò
ancora la Mesopotamia e saccheggiò la capitale dei Parti. Nella strada
di ritorno fu deciso ed attuato anche l'assedio di Atra ma gli abitanti
riuscirono a resistere e dopo 20 giorni Severo decise di rinunciare.
La successione di Settimio Severo e l'Anarchi Militare
Settimio Severo regnò dal 193 al 211 tenendo bene a mente il potere delle legioni che venivano sempre ben retribuite e considerate. Con
questa pratica infatti Severo blindò il suo potere avendo il sostegno
delle truppe; una regola che sul letto di morte in Britannia nel 211 comunicò
ai suoi figli e successori all'Impero.
Caracalla e Geta inizialmente governarnoro insieme conducendo anche campagne militari. Ma i due non ebbero mai la volontà di spartire il potere. La situazione di incertezza perdurò fino alla morte di Geta, avvenuta per mano di Caracalla. Nel delitto Caracalla ferì con la spada anche la mano della madre Giulia Domna che tentò di intromettersi nella lite tra i due fratelli.
Caracalla
in seguito regnò fino al 217, odiato dal Senato ma molto amato dall'esercito. Dopo di lui ci fu un interregno di un anno del prefetto del pretorio Macrino a cui successe un erede dei Severi, il debole Eliogabalo fino al 222. Sul trono imperiale quindi salì Alessandro Severo, cugino di Eliogabalo, che regnò fino al 235 quando fu ucciso dai suoi stessi soldati durante una campagna contro le tribù germaniche in quanto ritenuto incapace di fronteggiare le minacce sui confini di Roma. I soldati acclamarono imperatore un generale di origine barbarica e di grandi capacità militari, Massimino il Trace.
Dopo della dinastia dei Severi, Roma conobbe 50 anni di instabilità politica, conosciuti nella storia con il nome di Anarchia Militare; un periodo in cui vennero eletti imperatori comandanti militari di grande esperienza bellica che in quanto sostenuti dalle truppe ricevevano l'investitura imperiale. Ma allo stesso tempo questi, non essendo di casata nobile, venivano anche spesso eliminati dai loro stessi soldati.
Gli storici moderni però ormai sottolineano che anche Settimio Severo ricevette il potere dalle sue truppe e reputano che la causa dell'inizio dell'Anarchia Militare sia dovuta all'entrata in scena di Settimio.
Informazioni utili per la visita
Stile: Romano Imperiale con decorazioni di epoca severiana.
Edificazione: 202 d.C.Orari: dal 2 gennaio al 28 febbraio dalle 9.00 alle 16.30. Dal 1 al 26 marzo dalle 9.00 alle 17.30. Dal 26 marzo al 31 agosto dalle 9.00 alle 19.15.
Dal 1° settembre al 30 settembre dalle 9.00 alle 19.00.
Dal 1° al 30 ottobre dalle 9.00 alle 18.30. Dal 31 ottobre al 31 dicembre dalle 9.00 alle 16.30. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
Venerdì santo aperto dalle 8.30 alle 14.00. 2 giugno aperto dalle
13.30 alle 19.15. Chiuso il 1° gennaio, il 1° maggio, il 25 dicembre. Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese; il 25 aprile, il 2 giugno e il 4 novembre.
Biglietti: biglietto combinato colosseo foro e palatino
valido 24 ore.
Intero: 18.00 €.
Ridotto: 2 € (cittadini UE tra i 18 e i 25 anni).
Gratuito: minori di 18 anni. Ingresso gratuito
la prima domenica di ogni mese e sempre per le seguenti categorie:
– cittadini sotto i 18 anni della comunità europea ed extracomunitari.
– guide turistiche della unione europea nell'esercizio della propria attività
professionale.
– interpreti turistici della unione europea nell'esercizio della propria
attività professionale.
– membri di icom.
– membri di iccrom.
– docenti e studenti delle facoltà di architettura, conservazione
dei beni culturali, scienze della formazione e corsi di laurea in lettere
o materie letterarie con indirizzo archeologico o storico-artistico delle
università e delle accademie di belle arti ed iscritti alle rispettive
scuole di perfezionamento, specializzazione e ai dottorandi di ricerca nelle
sopraddette discipline di tutti i paesi membri dell'unione europea. I biglietto
è rilasciato agli studenti mediante esibizione del certificato di
iscrizione per l'anno accademico in corso.
– studenti socrates ed erasmus delle stesse discipline riportate sopra.
– docenti di storia dell'arte degli istituti liceali.
– studenti delle scuole istituto centrale del restauro, opificio delle pietre
dure, scuola per il restauro del mosaico.
– giornalisti iscritti all'albo nazionale e giornalisti provenienti da qualsiasi
altro paese nell'esercizio della propria attività professionale.
– cittadini della unione europea portatori di handicap ed un loro familiare
o accompagnatore appartenente ai servizi di assistenza socio-sanitaria.
– operatori delle associazioni di volontariato che svolgono attività
di promozione e diffusione della conoscenza dei beni culturali.
– dipendenti del ministero dei beni culturali.
Sito web: Colosseo |
Prezzi dei biglietti nel territorio di Roma Capitale per turisti e residentiPrezzi dei biglietti ATAC nel territorio di Roma Capitale per turisti e residenti
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– Biglietto 24 ore € 7
– Biglietto 48 ore € 12,50
– Biglietto 72 ore € 18
– Biglietto 7 giorni € 24
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