Escher - Palazzo Bonaparte, Piazza Venezia, 5 - Roma
(Foto: Maurits Cornelis Escher
Mano con sfera riflettente, 1935
Litografia, 318x213 mm
Collezione Rock J. Walker / Walker Fine Art,
USA
All M.C. Escher works � 2023 The M.C. Escher
Company. All rights reserved.
www.mcescher.com)
Mostra
in corso dal 31 ottobre 2023 al 5 maggio 2024
A Palazzo Bonaparte arriva una mostra, a 100 anni dalla sua prima visita nella Capitale avvenuta nel 1923,
dedicata a Escher che torna a Roma con la più grande e completa esposizione a lui mai dedicata.
Comunicato Stampa della Mostra Escher a Roma
Dal prossimo 31 ottobre, a 100 anni dalla sua prima visita nella Capitale avvenuta nel 1923,
Escher torna a Roma con la più grande e completa mostra a lui mai dedicata, a Palazzo
Bonaparte.
Olandese inquieto, riservato e indubbiamente geniale, Escher � l�artista che, con le sue incisioni e
litografie, ha avuto e continua ad avere la capacit� unica di trasportarci in un mondo immaginifico e
impossibile, dove si mescolano arte, matematica, scienza, fisica e design.
Artista scoperto in tempi relativamente recenti, Escher ha conquistato milioni di visitatori nel mondo
grazie alla sua capacit� di parlare ad un pubblico molto vasto. Escher � amato da chi conosce
l�arte, ma anche da chi � appassionato di matematica, geometria, scienza, design, grafica. Nelle
sue opere confluiscono una grande vastit� di temi, e per questo nel panorama della storia dell'arte
rappresenta un unicum.
La mostra di Roma si configura come un evento eccezionale che presenta al pubblico, oltre ai suoi
capolavori più celebri, anche numerose opere inedite mai esposte prima.
Un�antologica di circa 300 opere che comprende l�ormai iconica Mano con sfera riflettente (1935),
Vincolo d�unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), la celebre serie degli
Emblemata, e tantissime altre.
Inoltre, a impreziosire il percorso espositivo, anche una ricostruzione dello studio che Escher
aveva a Baarn in Olanda che, qui a Roma, espone al suo interno i vari strumenti originali coi
quali il Maestro produceva le sue opere e il cavalletto portatile che lo stesso Escher port� con s�
nel suo peregrinare per l'italia.
Dopo vari viaggi in Italia iniziati nel 1921 quando visit� la Toscana, l�Umbria e la Liguria, Escher
giunse a Roma dove visse per ben dodici anni, dal 1923 al 1935, al civico 122 di via Poerio, nel
quartiere di Monteverde vecchio.
Il periodo romano ebbe una forte influenza su tutto il suo lavoro successivo che lo vide prolifico
nella produzione di litografie e incisioni soprattutto di paesaggi, scorci, architetture e vedute di
quella Roma antica e barocca che lui amava indagare nella sua dimensione più intima, quella
notturna, alla luce fioca di una lanterna.
Le notti passate a disegnare, seduto su una sedia pieghevole e con una piccola torcia appesa alla
giacca, sono annoverate da Escher tra i ricordi più belli di quel periodo.
In mostra a Palazzo Bonaparte, infatti, sar� presente anche la serie completa dei 12 �notturni
romani� prodotta nel 1934 � tra cui �Colonnato di San Pietro�, �San Nicola in Carcere�, �Piccole
chiese, Piazza Venezia�, �Santa Francesca Romana�, �Il dioscuro Polluce� - insieme ad altre opere
che rappresentano i fasti dell'antica Urbe come Roma (e il Grifone dei Borghese) del 1927, San
Michele dei Frisoni, Roma (1932) e Tra San Pietro e la Cappella Sistina (1936).
La mostra, col patrocinio della Regione Lazio, del Comune di Roma � Assessorato alla Cultura
e dell'Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, � prodotta e organizzata
da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits ed � curata da
Federico Giudiceandrea - uno dei più importanti esperti di Escher al mondo � e Mark
Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company.
La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, mobility partner
Atac e Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner la Repubblica e Urban Vision, partner
Mercato Centrale Roma e hospitality partner Hotel de Russie e Hotel de la Ville.
La mostra Escher rientra nel progetto �L�Arte della solidarietà realizzato con Komen Italia,
charity partner della mostra.
Unire l�arte con la salute, la bellezza con la prevenzione: � questa l�essenza di un progetto che
vede il colore rosa della Komen Italia fondersi con i capolavori esposti nelle mostre.
Nel concreto, una parte degli incassi provenienti dalla vendita dei biglietti di ingresso della mostra
verr� devoluta da Arthemisia per la realizzazione di specifici progetti di tutela della salute delle
donne.
Con questa partnership Komen Italia chiude ottobre, mese della prevenzione, e si prepara al
grande evento nazionale per festeggiare il suo 25esimo anno della �Race for the cure� il prossimo
maggio 2024.
Il catalogo � edito da Skira.
LA MOSTRA
Prima sezione � Gli inizi
Samuel Jessurun de Mesquita (1868 - 1944) � stato un esponente del movimento Art Nouveau
olandese. Fu insegnante di Escher alla Scuola di Architettura e Arti Decorative di Haarlem e lo
incoraggi� a diventare un grafico. I primi lavori di Escher risentono quindi dell'influenza dall'Art
Nouveau, corrente caratterizzata da forme sinuose ed eleganti ed ornamenti decorativi ispirati a
soggetti naturali. L�artista ha sempre nutrito un profondo interesse per la natura e ha eseguito
numerose stampe con raffigurazioni realistiche di fiori e insetti. Dal 1922 al 1935, Escher
intraprese molteplici viaggi nel Belpaese, disegnando monumenti, paesaggi, flora e fauna, che al
suo ritorno in studio trasformava in opere grafiche. In questi lavori, per lo più caratterizzati da
prospettive insolite, una meticolosa osservazione della natura si fonde gi� con vedute che
spaziano verso orizzonti lontani, quasi anticipando i paradossi prospettici e le illusioni ottiche della
maturit�. In questa sezione sono riprodotte anche le 28 xilografie che compongono il libro XXIV
Emblemata dat zijn zinne-beelden, cio� XXIV Emblemi, con massime in versi, una delle tre opere
di Escher in qualit� di illustratore.
Seconda sezione � Italia
Dal 1922 al 1935, Escher soggiorn� in Italia, trasferendosi stabilmente a Roma dal novembre del
1923.
Escher fu introdotto nell'ambiente romano dal suo amico ed estimatore Godefridus Johannes
Hoogewerff, direttore dell'allora Istituto Storico Olandese, che lo spinse a seguire le lezioni di storia
dell'arte di Adolfo Venturi presso l�Universit� La Sapienza di Roma e ad approfondire la sua
conoscenza dell'arte antica. Hoogewerff mise Escher in contatto anche con il Gruppo Romano
Incisori Artisti, la cui sede era a Palazzo Venezia, dove nel 1926 Federico Hermanin, fondatore del
gruppo, gli organizz� una mostra personale. Attraverso il suo amico Haas-Triverio, un artista
svizzero conosciuto a Siena, che viveva a Roma, Escher ebbe modo di vedere l�opera di Balla ed
altri artisti contemporanei ed entrare nel circolo formatosi intorno alla rivista �L�Eroica�.
La citt� eterna ha ispirato molte delle sue opere tra cui la serie di dodici xilografie del 1934,
descritta come Roma notturna, e qui esposta per intero, realizzata a partire dagli schizzi abbozzati
di notte (riteneva che la notte rendesse i dettagli architettonici più evidenti) grazie a una torcia e a
un cavalletto da viaggio.
Un altro riferimento a quel periodo, si trova per esempio nella celebre opera Mano con sfera
riflettente dove viene riprodotto fedelmente il suo studio di via Alessandro Poerio 122.
Ogni anno Escher intraprendeva un viaggio attraverso l'italia e nel Mediterraneo per riprodurne i
magnifici paesaggi: Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo ecc., spesso in compagnia dell'amico ed
artista svizzero Giuseppe Haas Triverio. A seguito della crescente oppressione del movimento
fascista, si trasfd'A dapprima in Svizzera nel 1935, poi nel 1937 a Uccle in Belgio, e infine nel 1941
a Baarn, nei Paesi Bassi. Quello tra Escher � l'italia � un legame indissolubile. In Italia visse
probabilmente gli anni più felici: qui si spos�, cre� una famiglia e raccolse i primi successi
professionali; questo trapela dai suoi diari, dalle fotografie ma soprattutto dalle sue opere. Anche
dopo la svolta artistica verso soggetti astratti, nella composizione dell'immagine ritroviamo
frequenti rievocazioni del paesaggio italiano.
A causa del clima politico sfavorevole dovuto all'inasprimento del regime fascista, Escher lasci�
definitivamente l'italia nel 1935, stabilendosi in Svizzera gi� dall'estate di quell'anno. Prima di
partire, l'istituto Storico Olandese gli dedic� un�ultima mostra, recensita con queste parole
dall'Osservatore romano: �A vero dire Escher � una vecchia conoscenza per chi frequenta il
mondo artistico romano. Chi non conosce quell'alto biondo pittore olandese, che beve il sole con
gli occhi [...]. A forza di vivere in Italia non � più l�olandese fantastico e pur analitico di quando
illustrava libri di leggende nordiche�.
Terza sezione � Tassellature
Nel 1936, Escher soggiorna a Granada, in Spagna, dove visita nuovamente l�Alhambra, un
complesso palaziale fortificato, costruito fra il secolo XIII e il XIV sul colle che domina la citt� dagli
emiri nasridi, famoso per l�elaborata decorazione degli edifici. Questa visita si rivela essere un
punto di svolta nella sua carriera, le elaborate decorazioni geometriche in stile moresco lo
affascinano e lo spingono a interessarsi alle tassellature. In geometria, si dicono tassellature i modi
di suddividere il piano con una o più figure geometriche ripetute all'infinito senza sovrapposizioni e
senza lasciare spazi vuoti. Tali figure geometriche, dette �tasselli�, sono spesso poligoni, regolari o
meno, ma possono avere anche lati curvilinei. Sono stati identificati 17 diversi tipi di simmetrie che
permettono di suddividere il piano. Di queste simmetrie, Escher costitu� un catalogo di 137
acquarelli, numerati e archiviati secondo un suo proprio schema logico, da usare come motivi per
eseguire tassellature e metamorfosi. Come vedremo, l�uso delle tassellature diventd'A un tratto
distintivo della sua arte, in cui fantasia, geometria e soggetti figurativi sono sapientemente
combinati. A partire da questo momento, Escher si dedichd'A, a parte qualche sporadico caso, alla
rappresentazione di scene astratte, di ispirazione geometrico-matematica, paradossali o illusorie.
Quarta sezione � Metamorfosi
Le tassellature sono alla base dei cicli e delle metamorfosi, il cui tema Escher affronta a partire dal
1937. Per Escher, una metamorfosi, ovvero dal greco una trasformazione, in particolare una
trasformazione di un essere o di un oggetto in un altro di natura diversa, prende infatti le mosse
dalla modificazione e successiva concatenazione di diverse tassellature (procedimento di divisione
regolare del piano). Escher crea cos� un mondo in cui diverse figure danno vita a vortici di
trasformazioni di forme astratte in forme animate e viceversa. La xilografia Metamorfosi II (1939-
1940), uno dei suoi capolavori, � un universo circolare in cui un una lucertola pu�
progressivamente diventare la cella di un alveare o un pesce tramutarsi in uccello che a sua volta
si trasforma in un cubo e poi in un tetto ecc. A volte nelle metamorfosi interagiscono elementi
antitetici ma complementari, come il giorno e la notte o il bene e il male, intrecciando gli opposti
all'interno di una stessa composizione. Lo studio delle tassellature e la realizzazione di cicli e
metamorfosi (che per altro possono coesistere nella stessa stampa, come in Ciclo, Giorno e
Notte, Rettili o ancora Incontro) inducono in Escher il desiderio della rappresentazione dell'illimitato
attraverso la suddivisione infinita del piano. Ci riuscir� formalmente grazie agli spunti forniti dallo
studioso di geometria H.S.M. Coxeter, nelle opere Limite del cerchio I-II-II-IV.
Quinta sezione � Struttura dello spazio
Fin dalle sue prime opere, più ancora che per l'elemento pittorico, Escher dimostra un�attenzione
particolare per l�organizzazione dello spazio compositivo. Come abbiamo visto a partire dalla met�
degli anni �30, Escher si stacchd'A progressivamente dalla rappresentazione euclidea dello spazio.
Il suo crescente interesse per la matematica e la geometria passa attraverso lo studio e il fascino
che esercitano su di lui sfere, superfici riflettenti, solidi geometrici o ancora superfici topologiche
come il nastro di M�bius, un oggetto percepito come superficie a due facce ma che, ad una più
attenta osservazione, ne dimostra una sola. Potremmo parafrasare un suo commento alla litografia
Mano con sfera riflettente del 1935, una delle sue opere più celebri, in questo modo: la sfera,
riflettendolo, racchiude in s� tutto lo spazio circostante, al cui centro si staglia proprio colui che la
guarda; l�uomo � quindi il centro di questo universo. Escher qui non dissimula una certa ironia
riguardo all'ego dell'artista, immortalato in una dinamica autoreferenziale. La disamina di questi
concetti portd'A Escher ad esacerbare il suo gusto per i paradossi, le distorsioni prospettiche e le
illusioni ottiche che queste figure permettono.
Sesta sezione � Paradossi geometrici
Le conoscenze matematiche di Escher erano principalmente visive e intuitive. Le sue architetture e
composizioni geometriche si caratterizzavano grazie a distorsioni prospettiche che, a prima vista,
si presentavano come perfettamente plausibili ma che, dopo una più attenta ispezione, si
rivelavano impossibili. Una svolta importante avviene nel 1954, anno in cui vengono esposte
alcune stampe di Escher durante il Congresso Internazionale dei Matematici ad Amsterdam. Da
quel momento il suo lavoro viene sempre più apprezzato dalla comunit� scientifica e l�artista inizia
un dialogo serrato con matematici e cristallografi che si rivela una vasta fonte di ispirazione per la
sua ricerca sulle strutture impossibili, le illusioni ottiche e la rappresentazione dell'infinito. Questa
sezione analizza come Escher abbia cercato di forzare oltre ogni limite la rappresentazione di
situazioni impossibili, all'apparenza coerenti, attraverso una selezione di alcune delle sue opere
più famose: Salire e Scendere, Belvedere, Cascata, Galleria di stampe, o ancora Relativit�. Questi
capolavori riflettono un aspetto essenziale dell'arte del grafico olandese: il suo complesso rapporto
con la matematica, la geometria e il tema della riproduzione grafica dell'infinito.
Settima sezione � Lavori su commissione
Come tutti gli artisti che vivono della propria opera, Escher, in qualit� di grafico, riceve nel corso
degli anni commissioni di vario genere. In questa sezione ritroviamo una carrellata di alcune di
queste opere: ex libris (contrassegni da inserire in libri di collezioni o biblioteche private per
attestarne la proprietà ed evitarne la perdita o lo scambio con copie identiche), biglietti d�auguri o
ancora design per loghi, francobolli, articoli pubblicitari ecc. Per questi lavori, Escher fa un largo e
sapiente uso delle tassellature, che non sono solo un suo tratto caratteristico, ma che si prestano
per altro perfettamente all'uso: ideali per ottimizzare i tempi del processo creativo attraverso l�uso
ripetuto di uno stesso elemento figurativo.
Ottava sezione � Eschermania
Dagli anni �50 in poi la popolarit� di Escher cresce. Grazie anche alle sue connessioni con il
mondo scientifico ed accademico, varie riviste cominciano a dedicargli articoli e recensioni. A
partire dalla met� degli anni �60, inoltre, suo malgrado, una grossa visibilità gli sar� offerta,
soprattutto negli Stati Uniti, dal movimento hippy che si approprid'A delle sue opere, modificandole
e riproducendole su poster e magliette, in chiave psichedelica. Questa ottava ed ultima sezione
presenta una serie di opere d�arte ed oggettistica che dimostrano quanto Escher non sia stato solo
un artista figlio del suo tempo, ma anche come, fino ai giorni nostri, tramite il suo lavoro
avanguardistico e il suo linguaggio attuale, eserciti ancora una forte influenza sul processo creativo
di molti artisti, musicisti, pubblicitari e fumettisti, per citare alcuni esempi. Certamente la sua
passione per le tassellature nonch� la creazione di modi impossibili e paradossali non hanno
ancora cessato di essere fonte d�ispirazione per ulteriori sviluppi e rielaborazioni, nei settori più
diversi.
Informazioni utili per la visita
Orari: dal lunedì al giovedì dalle 9.00 alle 19.30. Venerdì, sabato e domenica dalle 9.00 alle 21.00
(la biglietteria chiude un’ora prima).
Biglietti: intero € 16; ridotto € 15.
Telefono: +39.06.8715111
Sito web: Palazzo Bonaparte |